Questa settimana per ladomenicadivicenza.it ho intervistato un artista particolarissimo, si chiama Daniele De Michele ma è noto come Don Pasta. lui è un economista, dj e scrittore ed è stato ospite a Festambiente con il suo progetto Food Sound System (diventato poi un libro). è salito sul palco con una maglietta su cui era scritto “la parmigiana e la rivoluzione” e il suo spettacolo si concentra principalmente sul racconto di un’esperienza affettiva fondamentale e formante: la preparazione della parmigiana di melanzane alla salentina, paragonata con quella napoletana descritta da Erri De luca. La regola principale è che la melanzana va fritta perchè, comedice Don Pasta: “la melanzana arostita nella parmigiana è nichilismo”.
Don Pasta parla di ricette come se raccontasse un accadimento qualsiasi della vita di tutti, le sue sono riflessioni attorno a un’esperienza affettiva, cioè quella di guardare la nonna che cucina un cibo che poi crea il vissuto e quindi il legame con le radici di una persona. Proprio la dimensione intima del legame con la nonna, ma che viene condiviso con tutti, rende il racconto di Don Pasta universale: parla della parmigiana ma potrebbe essere un piatto qualsiasi, perchè anche se la parmigiana di sua nonna noi non la conosciamo è inevitabile, per ogni persona che assiste allo spettacolo, pensare a un cibo che è stato preparato nella propria famiglia, soprattutto se legato a ricorrenze o avvenimenti importanti.
Il cibo come mezzo di comunicazione: lo si racconta ma lo si prepara anche e quando è pronto Don Pasta scende dal palco per offrire personalmente al pubblico il cibo direttamente dalla padellaincui lo ha preparato.
é ciò che il cibo simboleggia e soprattutto il rituale, a volte anche spettacolarizzato legato alla distribuzione del cibo, e per spettacolarizzato non intendo un evento visivo ridondante come lo intendiamo oggi, abituati come siamo ai segni sclerotizzzati della televisione, anzi, ma qualcosa di altamente iconico e penetrante nella società e nelle società, che può diventare radicatissimo proprio come appunto cita Don Pasta: Gesù, la comunione, il rito e la sacralità di offire il cibo ma anche se stessi attraverso il cibo. Gesti semplici che grazie alla loro essenzilità e povertà rimangono estremamente impressi e si riallacciano all’ancestralità dell’essere umano.
al link sotto trovate l’intervista su due pagine
http://www.ladomenicadivicenza.it/a_ITA_5211_1.html
sito ufficiale di Don Pasta
trailer e promo dello spettacolo